venerdì 18 settembre 2009

La Nausea

Mi accingo a leggere La Nausea di Sartre.
Come mai io, Io appunto, non l'abbia ancora letta proprio non so dirlo. Pigrizia. A volte ci colpisce e ci atterra ed è così abile e pronta nel farlo che quasi non ci accorgiamo del suo braccio alto e del successivo colpo, ma sentiamo solo l'urto del nostro corpo al suolo.
Non l'ho mai letto dicevo. Perchè leggerlo ora? Dopo il Mito di Sisifo e la dolceamara parentesi del Piccolo Principe (anche quello mai letto - forse per la stessa pigrizia, lascivia di ogni volontà?!) la mia mano è andata diritta alla Nausea.
Sono nauseata in questo periodo, devo riconoscerlo. E' proprio nausea. Di cosa? Di ogni singola cosa e persona.
Proprio di tutti e tutto no, ma di molto, anzi della maggior parte, per essere più chiari.
Sono nelle sabbie mobili della nausea del mio io.
Altre volte mi ci sono trovata, ma una fune gettatami dall'alto mi ha sempre tirata fuori. E questa volta? La fune? C'è e non è abbastanza resistente o non c'è affatto?
Non c'è.
Non vedo nulla sopra la mia testa, non vedo nulla intorno a me, non odo alcun rumore rassicurante o terrorizzante. L'aria è statica. Monocroma, inodore, insapore, silenziosa, asfissiante.
Ogni tanto, però, nelle tenebre risplende una luce. Intermittente.
A tratti abbagliante, a tratti quasi spenta. Una nuova stella? Già, una nuova stella.
Il mio cielo si è arricchito di una nuova stella.
Ci penso. La guardo. E' strana.
"Strano", poi, che aggettivo scemo. Strano rispetto a cosa. Cosa non è strano? E cosa lo è? Bè, strano rispetto al resto. E io sono strana? O il resto è strano?
Convenzioni.
Diceva Poincarè in merito alle geometrie che non c'è una geometria giusta e una sbagliata, ma solo una più comoda per gli uomini rispetto alle altre.
Ecco stranezza/normalità: è normale ciò che è più comodo; è strano ciò che è meno comodo.
E così io sono strana.
Anzi io sono. Gli altri non lo so.
Intuisco che non sono. Esistono ma non sono. Vivono le loro vite in superficie e non scendono mai sul fondo, anzi non lo hanno nemmeno mai intravisto e se lo hanno intravisto, ne sono subito fuggiti, non per paura del fondo, ma di vedere il fondo. Troppo strano. Per loro, persone normali.
Io sul fondo ci vivo e attualmente ci sprofondo!
Arriverò dall'altra parte? E cosa c'è dall'altra parte?
Sragiono. Sto cadendo nel racconto fantascientifico! Sorrido da sola, davanti alla mia scrivania, al mio pc, ormai compagno di vita, ai miei pensieri.
Ma cosa c'è sul fondo?
La consapevolezza del non-senso della vita umana.
Ecco la bomba.
Innescatala non si può fare più nulla per disinnescarla. Eploderà.
E travolgerà la vita "normale"rendendola "strana".
E ora? Se la mia/nostra esistenza è gratuita, non-sensata, casuale, come viverla?

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